In questi ultimi mesi si sta tornando a parlare frequentemente di stage e tirocini: queste tipologie di lavoro, tra le più discusse in Italia, saranno rivoluzionate da una serie di novità nel corso del 2022.
Molti dubbi e tante domande coinvolgono il mondo dei tirocini. Per fare un po’ di chiarezza, in questo articolo chiariremo molte delle perplessità riguardanti stage e tirocini. Innanzitutto partendo dalla sottile differenza tra i due termini che, tuttavia, fanno riferimento ad un’unica tipologia lavorativa. Ma approfondiremo anche l’importante questione della durata e delle retribuzione, domande che sono all’ordine del giorno.
Cosa si intende per stage e tirocinio? Ecco cos’è e come funziona
Lo stage, o tirocinio, è un periodo di formazione professionale, dove il giovane acquisisce competenze pratiche, ha modo di testare le conoscenze acquisite durante gli studi e agevola il passaggio dall’istruzione al mondo lavorativo. Non si tratta di un rapporto di lavoro vero e proprio, per questo non è regolamentato dalla stipula di un contratto: il termine corretto da usare per quanto riguarda gli stage è convenzioni.
La convenzione, stipulata dall’azienda ospitante con l’ente promotore, contiene i dati legali dei due soggetti, e il riferimento agli aspetti normativi che regolano il contratto di stage (su base regionale). Il progetto formativo, invece, contiene i dettagli specifici relativi al percorso formativo del tirocinante: data di inizio e fine, durata, sede di svolgimento, indennità prevista, mansioni e attività, orari, obiettivi, ecc.
Qual è la differenza tra tirocinio e stage?
C’è una grossa confusione in merito a questi due termini, che vengono spesso usati come sinonimi intercambiabili. Quindi quali sono le differenze tra stage e tirocinio? Non c’è un’effettiva differenza tra stage e tirocinio, ma cambiano i contesti di applicazione, perché fanno riferimento ad ambiti di inserimento che presentano delle distinzioni.
Il significato fa sempre riferimento ad un periodo di formazione ma, generalmente, col il termine tirocinio di indica un periodo professionalizzante e obbligatorio, come nel caso degli studenti di psicologia e medicina. Oppure può essere il caso dei tirocini previsti dai piani di studio universitari per acquisire CFU (crediti formativi) Non si tratta di una regola stabilita, ma solo di una sfumatura della lingua italiana.
Stage e tirocini: cosa cambierà nel 2022?
La normativa in materia di tirocini è cambiata in direzione di una maggiore tutela del tirocinante come individuo, e del tirocinio come strumento di formazione e inserimento, di cui è assolutamente condannato l’abuso o utilizzo improprio.
Le novità riguardano i tirocini extracurricolari, ovvero quelli finalizzati all’acquisizione di competenze professionali e all’inserimento / reinserimento lavorativo (tirocini formativi, stage, tirocinio post laurea, stage extracurriculare ecc.). Coloro che non corrispondono ai tirocinanti l’obbligatoria indennità di partecipazione rischiano una sanzione amministrativa da un minimo di 1.000 ad un massimo di 6.000 euro.
Le aziende devono osservare un limite al numero di tirocini che possono essere attivati contemporaneamente: limite che deve essere rapportato alle dimensioni dell’azienda. Saranno le nuove linee guida a stabilire nel dettaglio questi numeri e vincoli. Inoltre, nel caso di attivazione di tirocini oltre la quota prevista dovranno prevedere l’assunzione di una quota minima di tirocinanti al termine del periodo di stage.
Anche i datori di lavoro che attivano tirocini al posto di regolari contratti di lavoro sono costretti a pagare un’ammenda giornaliera di 50 euro per ogni tirocinante. Inoltre quest’ultimo può richiedere la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a partire dalla pronuncia giudiziale. Un provvedimento simile scatta quando l’azienda ospita più tirocini di quanti ne prevede la normativa: in quel caso, scatta l’obbligo di assunzione.